Secondo round governo sindacati oggi sulle pensioni. Sulla riforma del sistema previdenziale, oggi è previsto un nuovo incontro tra il ministro del lavoro Andrea Orlando e dell’Economia, Daniele Franco e, sul fronte sindacale, dei segretario di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.
Si metterà a punto un’agenda per affrontare i temi della flessibilità in uscita, giovani e donne e previdenza complementare in vista della riforma da mettere in campo l’anno prossimo.
I sindacati arrivano al tavolo con un progetto condiviso. “Il fulcro è la necessità di recuperare sostenibilità sociale, equità e flessibilità, partendo dalla pensione di garanzia per i giovani e dalla tutela delle donne – afferma il segretario della Cisl, Luigi Sbarra che pone tra gli obiettivi quello di estendere il perimetro dei lavori usuranti e gravosi, “confermando in modo strutturale l’Ape sociale”, e di incentivare l’adesione alla previdenza complementare. Ma soprattutto – aggiunge – bisogna concedere “la libertà di uscire dal mondo del lavoro con 62 anni di età o 41 di contributi”.
L’esecutivo Draghi è disponibile a individuare soluzione condivise. Ma considera quella del contributivo per tutti la via maestra da seguire, soprattutto nel caso dei trattamenti anticipati, e non appare disposto a far lievitare ulteriormente la spesa pensionistica. Draghi, nella conferenza stampa di fine anno, ha anche tracciato i quattro filoni su cui sviluppare il confronto: maggiore flessibilità in uscita; un sistema che garantisca un certo livello di pensioni per i giovani e per coloro che hanno un’attività precaria; le iniziative per la previdenza complementare; le misure per evitare che sia punito chi, una volta in pensione, continua a lavorare.
Cgil, Cisl e Uil presentano una piattaforma unitaria per intervenire sul sistema pensionistico e consentire di accedere prima alla pensione rispetto ai 67 anni attualmente previsti. La proposta prevede di superare la legge Fornero e garantire più flessibilità in uscita con la possibilità di andare in pensione da 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età; definire una pensione di garanzia per i giovani e riconoscere il lavoro di cura familiare e quello femminile seppur casalingo. Sul tavolo anche l’Ape social.
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