Covid, Cig gratuita se non si licenzia

U.P.A. C.L.A.A.I. di Chieti

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Data pubblicazione: 26 Maggio 2021

Cassa integrazione Covid gratuita e altolà (totale) al licenziamento per ogni azienda (che stia ricorrendo, o meno, all’ammortizzatore sociale) fino al 30 giugno, però, senza un intervento del governo, i segmenti deIl’industria e dell’edilizia sarebbero tornati alla “normalità” dal 1º luglio (al contrario dei servizi per cui il provvedimento varrà fino ed ottobre), ossia avrebbero utilizzato la Ioro cig ordinaria, che ha un costo di funzionamento del 9%-15% della retribuzione.

Ed avrebbero avuto la “libertà” di risolvere i rapporti di lavoro.

È arrivato ieri da fonti dell’esecutivo di Draghi questo chiarimento sulla norma, introdotta all’avvio della crisi pandemica con l’art. 48 del decreto 18/2020 “Cura Italia”, poi modificata dall’art. 80 del decreto 34/2020 “Rilancio”, e con successivi provvedimenti che hanno bloccato, in Italia, i licenziamenti per ragioni economiche.

La misura prevista da palazzo Chigi, é stato sottolineato, é in linea con tutti gli altri Paesi europei che hanno fatto la scelta di garantire la Cassa integrazione gratuita anche dopo il 1º luglio, in cambio dell’impegno a non esonerare nessun dipendente. E non si tratterebbe più di un divieto assoluto di licenziamento, bensì di un “forte incentivo” a non farne, visto che il ricorso alla cig è gratuito per l’azienda.

I sindacati sono in allarme da giorni, sebbene sia giunta proprio da uno dei segretari generali, Pierpaolo Bombardieri della Uil, ieri mattina, una proposta: durante un evento promosso da Ebna, Ente bilaterale per l’artigianato, alla presenza di esponenti di alcune organizzazioni di imprese (Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai), ha, infatti, affermato che “questo sistema ha funzionato, anche nel momenti di crisi. E ha dato un esempio, in controtendenza con le grandi associazioni datoriali”.

Perciò, “prolunghiamo il blocco dei licenziamenti, con un patto tra noi e voi, fino a dicembre, utilizzando la Cassa integrazione”, ha sostenuto. Il rischio, ha aggiunto il leader della Cisl Luigi Sbarra, è che vadano in fumo del 1° luglio 557.000 posti di lavoro (le cifre, ha detto, vengono da fonti di governo e di Bankitalia). “Noi”, ha infine scandito il segretario della Cgil Maurizio Landini, “continueremo a chiedere una proroga del blocco».

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